Partecipazione, condivisione e unione nella diversità sono alcuni dei concetti chiave che hanno caratterizzato gli Stati Generali del Volontariato che si sono conclusi ieri, 15 aprile, a Roma. A chiudere l’appuntamento, la presentazione della relazione conclusiva della tre giornate, che raccoglie i contributi dei quattro gruppi di lavoro che si sono confrontati su valori, rappresentanza, ruoli e modalità operative, risorse.

Hanno introdotto la presentazione dei risultati i delegati moderatori dei gruppi composti da rappresentanti di organizzazioni nazionali, associazioni locali e gruppi comunali. Hanno seguito gli interventi di quattro volontari che hanno illustrato la relazione conclusiva di fronte al Capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli, agli oltre 200 delegati del mondo del volontariato e ai rappresentanti del Servizio Nazionale della protezione civile.

Come il Capo Dipartimento ha sottolineato, proprio la capacità di generare dalla discussione tra diversi attori una visione unitaria ha permesso di creare un documento condiviso, un “bene comune”, con idee e nuovi spunti di riflessione aperti. Un’occasione di incontro preziosa e da ripetere: un’opportunità per il Dipartimento per trovare nuove forme e modi di incontro che coinvolgono i volontari di protezione civile.
Franco Gabrielli ha ritenuto i contributi raccolti nella reazione finale ricchi ed ambiziosi e ha aderito a molte delle idee e considerazioni emerse dal documento.

I valori. Partendo dai valori, il Capo Dipartimento ha riconosciuto come l’autonomia, il profondo senso dell’identità e la gratuità siano proprio le caratteristiche principali per definire l’attività del volontario. Altrettanto significativo e segno della “profonda maturità” di questa realtà, è l’importanza che i gruppi di lavoro hanno riconosciuto alla sicurezza nelle attività di volontariato, materia regolamentata da un decreto recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

La rappresentanza. Altro punto evidenziato è la necessità di dare una piena rappresentatività al mondo del volontariato. Questo comporta da un lato una maggiore responsabilità delle organizzazioni di valutare e gestire le proprie capacità operative, dall’altro l’impegno delle istituzioni a coinvolgere il volontariato nei processi partecipativi.

A proposito dell’importanza di dare corpo a nuove forme di rappresentanza, il Capo Dipartimento ha preso l’impegno oggi di costituire un Comitato nazionale del volontariato di protezione civile, secondo criteri aggiornati rispetto alle previsioni del Dpr 194/2001. Questo sarà un luogo di rappresentanza e confronto del variegato mondo del volontariato a livello nazionale, cui sarà importante affiancare consulte regionali rappresentative del volontariato che opera su specifici territori.

I ruoli e le modalità operative. Come è emerso dai lavori, per rendere omogenee le diverse modalità operative delle varie realtà organizzative, è importante definire dei criteri e delle regole di intervento comuni del volontariato durante le calamità. A questo proposito è fondamentale promuovere esercitazioni e attività di formazione e valorizzare il ruolo delle organizzazioni come “elemento di contaminazione della comunità” per far crescere la resilienza dei territori.

Le risorse. Il volontariato è dunque una struttura operativa e una componente strategica del Servizio Nazionale che trae il proprio valore dalle sue risorse umane. Per questo, ha concluso il Capo Dipartimento, soprattutto in un momento complicato del Paese come quello che stiamo vivendo, investire nel volontariato rappresenta una garanzia per il futuro e deve costituire una priorità per le istituzioni.

In allegato la RELAZIONE CONCLUSIVA

[Fonte: ProtezioneCivile.gov.it]

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