Chi sono i veri volontari? Persone che lavorano, che studiano e che hanno amici. Persone che non fanno la scelta del volontariato per colmare il tempo libero, ma che lo ritagliano tra lavoro, famiglia, vacanze, hobby e tanti altri cento, mille impegni che oggi abbiamo. Persone straordinariamente normali.

Nella “Carta dei Valori” si legge che il volontario utilizza le proprie capacità e competenze in iniziative a favore degli altri e del bene comune, per questo concorre alla crescita della solidarietà e della responsabilità” così “coinvolge la popolazione nella costruzione di una giustizia globale”.

Sono segnali concreti e profondi.

A volte si elogia la professionalità, il coraggio e il senso del dovere dei volontari, molto più spesso ci si dimentica di loro o forse ormai, si danno per “scontati”. Come accaduto di recente con l’intervento per l’allagamento della Metro B, dove 15 volontari di Roma 1 sono stati gli UNICI a lavorare 24 ore ininterrottamente, o delle 31 squadre operative (ad oggi) sempre del nostro Nucleo, che da giovedì 2 febbraio hanno passato il loro tempo h 24 per spargere sale, cloruro di calcio, spalare neve e rompere ghiaccio?

Ma a quanto pare fanno più notizia le liti e le incomprensioni dei grandi personaggi.

E i volontari? Tanto ci sono… sono “scontati”.

E quanti aneddoti non raggiungeranno mai i giornalisti?

Un ambulanza che portava una bimba al Bambin Gesù a causa del ghiaccio sbanda e perde il controllo, non può raggiungere l’ospedale, da lontano gli infermieri vedono un fuoristrada del Nucleo ANC Roma 1, i volontari sono impegnati a rompere il ghiaccio sulla rampa di accesso, li chiamano, urlano loro di accorrere, la famiglia della bimba a seguito dell’ambulanza è disperata, la loro piccola sta male ha la febbre altissima e vomita in continuazione, i volontari rendendosi immediatamente conto della situazione, si attivano, anni di emergenze rendono automatizzate le loro scelte e i loro movimenti sono sicuri e determinati, alcuni salgono sull’L200 e si dirigono con prudenza verso l’ambulanza, altri si dispongono per assicurare la viabilità per l’accesso al pronto soccorso, un volontario prende in braccio la bimba che lo guarda con gli occhi sbarrati, probabilmente penserà “che buffo, ha dei vestiti tutti colorati, però ha gli occhi buoni e un bel sorriso, mi sento al sicuro con lui… ora andrà tutto bene”, il volontario la porta nel fuoristrada, che con decisione morde il ghiaccio e si mette in movimento verso la rampa che porta all’ospedale del Bambin Gesù, i volontari a terra tengono sotto controllo le strade circostanti, permettendo al lungo mezzo di raggiungere la rampa e lì, di portarsi davanti l’entrata del pronto soccorso, preavvisati dai volontari, gli infermieri sono pronti con la barella, il volontario “tutto colorato” scende dall’automezzo e adagia la bimba sul lettino, le strizza l’occhio e la bimba risponde con un timido sorriso, ricorderà per molto tempo quegli occhi buoni anche se un po’ stanchi.

Mille aneddoti che non arriveranno mai sotto i riflettori dei mass media, ma forse va bene così, non sono i riflettori di cui abbiamo bisogno, ma di organizzazione, non quella nostra… interna, quella c’è, ma quella degli Enti, quella di chi fa le leggi, che rischiano di metterci in ginocchio più di un terremoto o di un’alluvione.

Maurizio Buri

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