Ci avviciniamo avanzando tra fuoristrada e ambulanze e cominciamo a vedere le tende, su grandi spazi pianeggianti pieni di ghiaia e desolazione. Siamo venuti per portare un po’ di aiuto, tra noi ci sono tante competenze, rocciatori, sommozzatori esperti nella ricerca persone disperse, ma siamo pronti a tutto, anche a pulire i bagni. Qualunque cosa pur di contribuire a risolvere quest’emergenza improvvisa che ha spazzato in un istante le poche certezze sudate col duro lavoro di una vita.Ci posizioniamo nel parcheggio a fianco della scuola della finanza, ora centro di coordinamento e montiamo un piccolo campo, ci comunicano che alcuni servizi saranno di vigilanza e potremmo avere a che fare con dei ladri, i cosiddetti “sciacalli”, sono sempre presenti e attenti alle sventure altrui, questi esseri approfittano delle disgrazie per dare il colpo di grazia a chi già annaspa nella disperazione. Questi animali (senza offesa al mondo animale), essendo parassiti, non vivono una vita non hanno una propria dimensione, non hanno le capacità per capire cosa significa avere una dignità.

Ci trovavamo vicino alla questura dell’Aquila con l’incarico di montare una tenda pneumatica per la sezione anticrimine, quando siamo stati avvicinati da alcuni agenti che incuriositi dal nostro abbigliamento e dalla Associazione Nazionale Carabinieri, ci hanno chiesto chi eravamo e cosa facevamo nella vita, ci hanno poi raccontato che immediatamente dopo il terremoto i ladri vestiti da volontari, avevano svuotato molte case, contribuendo a spingere nella disperazione i già martoriati amici abruzzesi. La legge prevede pene da 1 a 6 anni di reclusione e multe da 100,00 a 1000,00 euro circa, ma è ben poca cosa rispetto al danno che produce alla dignità della persona già colpita dalla calamità.

Il fenomeno dello sciacallaggio si allarga in ogni settore e si specializza proprio tra le organizzazioni che si occupano di aiuti umanitari. Ricordo ancora l’inchiesta, poi chiusa con varie condanne, per la sparizione di vari containers di alimenti destinati al Kosovo, parcheggiati e poi deviati in altre direzioni, stessa modalità pare abbiano seguito una parte dei fondi raccolti per l’emergenza, finiti nelle casse di qualche partito, o la malagestione del campo delle regioni a Valona. E che dire dell’oscuro sciacallaggio perpetrato quotidianamente da alcune frange della politica.

Quale magistrato potrà condannare questo oltraggio continuo? E quale pena potrà stabilire? Mi guardo intorno e vedo uomini e donne vestiti con i colori delle varie associazioni un arcobaleno di amici che vive in piena consapevolezza la loro scelta di donarsi, di sacrificare il loro tempo, la loro famiglia, il lavoro, compiendo nel quotidiano dell’emergenza, atti di generosità eroica, che rimangono sconosciuti, che non vengono mai evidenziati dai mass media (altri sciacalli), alla continua spasmodica ricerca di scene drammatiche da dare in pasto all’audience.

Loro, i volontari, sono l’esempio da seguire la prova che può esistere un futuro migliore, persone che abbattono l’indifferenza come il sisma ha abbattuto le mura.

È incredibile, è paradossale avere ancora bisogno di queste drammatiche situazioni per rendersi conto che il senso civico che dovrebbe caratterizzare la nostra civiltà non è affatto scontato. Questa contrapposizione tra volontari e sciacalli è lo specchio delle contraddizioni alle quali sopravviviamo, si aggirano in questi luoghi gli uni e gli altri, alcuni con piedi di porco e tronchesi, nella squallida condizione di bestia, di sciacallo, immersi nella putrefazione della loro anima, altri che con pale, vanghe e buona volontà, riescono a far comparire un raggio di speranza verso il futuro, su questi volti provati, futuro che dovrà… assolutamente dovrà! Essere migliore!!

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